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Trento, 30 marzo 2022
LA PROVINCIA DI TRENTO INVECE DI VALORIZZARE L’APPORTO VOLONTARIO
E COMPETENTE IN TEMA DI FAUNA SELVATICA
LO SVILISCE E LO UMILIA!

Interrogazione a risposta scritta presentata da Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale Gruppo Misto/Europa Verde

Premesso che:

– in tutta Italia sono presenti ormai da trent’anni Centri di Recupero per gli Animali Selvatici, veri e propri Pronto Soccorso che ogni anno accolgono migliaia di animali in difficoltà;

– ogni giorno vengono curati caprioli, camosci, aironi, cicogne, gru, ricci, ghiandaie, cervi, tassi, poiane, civette, lupi, aquile, volpi;

– questi animali sono sovente feriti da fucili da caccia, da bocconi avvelenati, dall’impatto cruento con le automobili o con i fili dell’alta tensione o sono vittime delle trappole dei bracconieri;

– anche in Trentino al Casteller erano seguiti i nostri selvatici a cura della ACT (Associazione Cacciatori Trentini) e della Lipu;

– a partire dal 31 dicembre 2022 la Provincia interromperà la collaborazione con la Lipu che ha allo stato attuale due dipendenti part-time, mentre già dal 2019 l’Associazione Cacciatori ha abbandonato la cura dei selvatici in difficoltà;

– allo stato attuale in una provincia dove la presenza della fauna selvatica è preponderante, vista la conformazione montana e boschiva, non esiste allo stato attuale un luogo dove gli animali possono essere curati e salvati in considerazione della loro preziosità e unicità difendendo così la biodiversità animale;

– la soppressione di animali feriti, là dove non strettamente necessaria, deve essere l’ultima delle opzioni;

– in altre Regioni i CRAS (Centri di Recupero Animali Selvatici) sono numerosi e per lo più privati ma sovvenzionati dal pubblico, solo in Emilia Romagna se ne contano 20;

– una società civile dovrebbe considerare come bene comune la vita dei selvatici, seppure nella disponibilità dello Stato;

l’area di recupero di Cavedago, nella quale a titolo volontario un ex forestale e un veterinario si prendevano cura dal marzo 2020 della riabilitazione di animali sofferenti (solo nell’ultimo anno ne sono stati curati 25) è attualmente vuota in seguito al blitz notturno, definito “normale operazione di routine” dal responsabile del Servizio Fauna della Provincia, che ha visto la liberazione dei tre caprioli che vi si trovavano;

– non è stato tenuto conto del fatto che gli animali, per questioni igienico-sanitarie dovevano essere liberati nei luoghi dove erano stati ritrovati (Val di Cembra e Valsugana);

– era nelle intenzioni dei responsabili del Centro Recupero di Cavedago liberare i caprioli in condizioni climatiche più favorevoli;

– la liberazione dei selvatici in seguito alla guarigione va fatta con idonee procedure di rilascio e relativi protocolli;

– non si comprende la ragione di un intervento violento (lucchetti tagliati) né la necessità di questo rilascio avvenuto senza consultare il volontario e il veterinario che se ne prendevano cura;

– resta da chiarire in base a quale valutazione il responsabile dell’Ufficio Fauna ha ritenuto che i caprioli fossero oramai autonomi.

Interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:

1. come si intenda procedere pro futuro alla riabilitazione, alla cura, all’alimentazione e al reinserimento di animali selvatici in difficoltà recuperati, visto che il Casteller non corrisponde più a questa funzione;

2. se non si creda opportuno intervenire con risorse economiche e umane nel sostegno al Centro di Recupero di Cavedago che, a titolo di volontariato, ha sin qui svolto l’azione meritoria di ospitare animali selvatici feriti o malati oppure cuccioli da svezzare che avevano bisogno di vivere in un’area protetta come quella concessa dal Comune di Cavedago;

3. se non si ritenga che un Centro di Recupero con queste caratteristiche di grande attenzione, competenza e rispetto per la fauna selvatica non possa costituire una ricchezza per la nostra Provincia, a partire dalla cura della biodiversità animale, anche in termini di comune sentire della popolazione trentina e di sensibilizzazione sul benessere animale, soprattutto per giovani e ragazzi che potrebbero intraprendere percorsi di formazione, lavorare su tesi universitarie e fare un’utile esperienza di volontariato.

 

      Lucia Coppola

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